giovedì 19 dicembre 2013

That 70's Show: #2 Paul Schrader "Travis Bickle sono io"

Mia madre una volta mi prese la mano e me la infilzò con uno spillo "Lo senti questo male, lo senti lo spillo nel pollice? L'inferno è così, solo senza fine". Paul Schrader.

Quando Paul Schrader scrisse Taxi Driver non aveva toccato il fondo, stava direttamente scavando. Non parlava da settimane con anima viva, viveva per strada e girava armato. La sua vita era finita in pezzi e per tirarsi fuori da questa crisi, come personale terapia, iniziò a scrivere. In una settimana creò Travis Bickle, praticamente se stesso, un personaggio solitario, malato, violento ed insieme ritornarono in superficie.
Questo è un riassunto di quei giorni.

25 maggio 1976, Cannes.
Sulla terrazza del proprio hotel, Paul Schrader si sta godendo un calice di champagne mentre mira e rimira la stupenda vista della croisette, qualche metro lì sotto. Insieme a lui ci sono Martin Scorsese e Robert De Niro. Neanche un'ora prima è stato presentato il loro film in concorso, Taxi Driver, e nonostante il pubblico in sala lo abbia boo-ato, c'è aria di allegria. Non importare vincere, o almeno non è la cosa più importante. E' come una vacanza, tra hotel di lusso e party, perchè rattristarsi?
Mentre commentano i passanti e le macchine che intasano il traffico cannense, si unisce a loro Francis Ford Coppola, un altro dei terribili ragazzi della new wave sorta dal nulla negli ultimi anni a Hollywood. Francis aveva diretto Bob De Niro in Il Padrino parte II due anni prima, in un ruolo che gli aveva regalato il suo primo Oscar, ed è un amico di Martin. Poco dopo si aggiunge al gruppetto Rainer Werner Fassbinder con alcuni amici. Infine arriva anche Sergio Leone (che dirigerà De Niro qualche anno dopo). In neanche 10 metri quadrati si ritrova il gota del cinema mondiale contemporaneo. Si parla di cinema, ci si scambiano complimenti, si propongono progetti futuri, collaborazioni.
Paul Schrader per un attimo si assenta dalla conversazione e con la mente vaga altrove. Poi pensa "Wow! Questo è il momento più bello della mia vita, cazzo. Parlare di cinema con questi dei, nel cuore della notte, su una terrazza che da sul mar mediterraneo. E' un sogno". Pochi giorni prima aveva coronato un altro sogno, quello di incontrare il suo idolo Robert Bresson a Parigi, i cui film - su tutti Diario di un ladro- influenzeranno moltissimo le sue opere future -i finali di American Gigolo e Lo spacciatore- ma anche lo stesso Taxi Driver. Quattro anni prima Bresson (insieme a Ozu e Dreyer fu al centro del suo primo libro, Transcendental Style in Film). Aveva scambiato con lui due chiacchiere e prima di lasciarlo, il regista francese gli chiese se il suo film avrebbe potuto vincere Cannes. "Senza dubbio" gli rispose.
Schrader era al culmine della gioia e pensare che neanche un anno prima pensava solo al suicidio.
Los Angeles 1975.
Schrader si risveglia in un letto d'ospedale, come ci sia arrivato li, non se lo ricorda. Ha attaccata al braccio una flebo e tutto attorno a se è di un bianco acceso da far male agli occhi. Le tendine mezze aperte lasciano entrare una fioca luce nella stanza. Mentre cerca di mettersi a sedere sente una fitta all'altezza del fegato. Tastandosi, trova una benda che copre quella che probabilmente è un incisione chirurgica. Una scena da clichè dei film dell'orrore. Lo hanno tramortito e gli hanno trafugato qualche organo?
Nella stanza entra una piccola infermiera dall'aspetto di una suora. Mentre la porta si richiude, Schrader  fa in tempo a vedere il via vai nel corridoio dell'ospedale. Per lo meno sembra trattarsi di un vero ospedale. La donna controlla la ferita, aggiusta leggermente la flebo e giudica o no se cambiare la boccia ad essa collegata.
Schrader cerca di chiederle come mai è li ma dalla bocca esce solo un rumore sordo e la gola sembra bruciare. Al secondo tentativo riesce a parlare. Scopre che si trova li in seguito a un operazione. Ulcera perforata. Lo hanno trovato svenuto per strada, qualche giorno prima.
Una volta ritornato solo nella stanza, cerca di sforzarsi di ricordare. Nulla, è tutto nebuloso, ma dopo altri sforzi qualcosa inizia a collegarsi insieme, come i pezzi di un puzzle. Ricorda quel giorno, ricorda di quanto aveva bevuto, e che lo faceva da giorni, e soprattutto ricorda che erano settimane che non parlava con una persona. Quell'infermiera aveva rotto un silenzio record.

Che cosa era successo.
Paul Schrader era nato nel 1946 a Grand Rapids nel Michigan in una famiglia calvinista. Una famiglia molto severa e molto devota alla dottrina di Calvino. In poche parole, una noia, ogni cosa è peccato, in qualche modo. Non ha un buon rapporto con i genitori e in un occasione arriva persino alle mani con il padre*, quando questi gli annuncia che sia lui che suo fratello Leonard, diventeranno ministri della fede calvinista. Il rapporto con la madre, meno violento, lo segnerà a vita tuttavia, instillando in lui una certa paura delle donne e delle tentazioni della vita. Un problema risolto dopo anni di terapia.
Per quasi 18 anni il cinema non è esistito nella sua esistenza, era vietato. Solo in prossimità della maggiore età è riuscito a intrufolarsi in un cinema e vedersi un film -Un professore tra le nuvole della Disney- dopo la cui visione rimase senza nessuna reazione. "Tutto qui?". Tuttavia sarà proprio il cinema e la città del cinema per antonomasia a farlo fuggire dal Michigan e da Calvino. Tutta questa esperienza finirà per influire il suo secondo -bellissimo- film da regista, Hardcore.

Tramite consiglio e raccomandazione della critica cinematografica Pauline Kael, si iscrive alla UCLA Film School dove incontra la sua prima moglie, Jeannine Oppewall. In breve diventa critico per il Los Angeles Free Press e in seguito per il Cinema magazine, oltre a pubblicare il suo primo libro, di cui abbiamo detto prima, nel 1972.
Insieme al fratello scrive Yakuza, la sua prima sceneggiatura con cui fa jackpot. La Warner Bros gliela paga 325 mila dollari -tutti spesi in terapia- e Sidney Pollack sarà il regista. Il film sarà un tonfo commerciale ma poco importa. Nel frattempo le cose iniziano a girare per il verso sbagliato.
Molla Jeannine e va a vivere con una nuova ragazza, ma la loro relazione dura molto poco. In meno di un mese aveva: distrutto il suo matrimonio per un altra donna; con questa seconda donna si era già lasciato; era rimasto senza una casa; ed infine era entrato in rotta con l'AFI e aveva litigato con la sua grande amica Pauline Kael; infine era pure senza soldi.

Travis.
Si ridusse a vivere in macchina o saltuariamente nella casa di una sua ex, mentre lei era fuori città, priva di riscaldamento o elettricità. Durante il giorno deambulava per Los Angeles, senza una metà, senza uno scopo. Il top della giornata era chiudersi dentro un cinema porno.
Intanto spendeva tutto quello che gli era rimasto in alcolici e droghe. Poco prima di toccare definitivamente il fondo comprò una pistola, sia per difendersi dai malintenzionati la fuori, sia perchè la tendenza a farla finita era sempre più una costante nei suoi pensieri.
Si addormentava ogni notte, sbronzo, sui sedili posteriori di "casa sua" con la canna della pistola in bocca.
Poi finì in ospedale e cercò di darsi una ripulita. Come detto fa lo scrivere la sua terapia personale. Iniziò scrivendo di se stesso e di questa folle esperienza in cui era finito. In soli 10 giorni scrisse due volte Taxi Driver. Paul Schrader grazie al suo razzista, violento e forse omosessuale Travi Bickle era tornato a vedere la luce.

Martin Scorsese venne a sapere della sceneggiatura di Schrader dal suo amico e collega Brian De Palma. Paul aveva scritto per De Palma Complesso di colpa e i due erano rimasti in contatto. Scorsese iniziò a seguirlo come un stalker. Ad ogni party dove andava, Martin era la sua ombra.
Quando finalmente si accordarono, i produttori bocciarono l'idea di Scorsese alla regia. Non aveva abbastanza esperienza, rappresentata dal solo America 1929 -Sterminateli senza pietà. Per fortuna nel giro di pochi mesi Mean Streets aveva finito la sua fase al montaggio e Alice non abita più qui era già in fase di riprese, due voci in più sul curriculum.
Ma a far pesare la bilancia pro Scorsese fu il suo attore feticcio, Robert De Niro, fresco premio Oscar. I produttori diedero il via libera alla riprese.
Martin cambiò qualche cosa -inesattezze sulle strade newyorkesi, che Schrader conosceva a malapena, cambiò il colore della pelle dello spacciatore nel film, per paura di rivolte razziali nei cinema. Dopotutto Travis Bickle, il tassista del film, nel primo script uccideva solo neri- e trasformò quella storia di solitudine, rabbia e desolazione in un film cult generazionale.

Back at Cannes.
Il 28 maggio, il presidente della giuria, Tennesse Williams, decretò tra i fischi -e la sua stessa poca convinzione**- la vittoria della palma d'oro da parte di Taxi Driver. Un film che cambiò per sempre la carriera di Scorsese e che lo lanciò nell'olimpo dei grandi. Mentre la vita di Schrader l'aveva già cambiata comunque, aldilà del successo. Quel personaggio in cui lui si riconosceva tanto e in cui c'era molto di lui stesso, rimarrà una figura fissa nei suoi film. "What fascinates me are people who want to be one thing but who behave in a way contradictory to that. Who might say, 'I want to be happy, but I keep doing things that make me unhappy'".
Nel 1981 John Hinckley Jr, sparò al presidente Ronald Reagan, ferendo lui e altre 4 persone. Disse che lo fece per fare colpo su Jodie Foster, la baby prostituta Iris, salvata da Travis, in Taxi Driver. Diciamo che mischiò un po' di cose del film e che era pazzo.
L'FBI interrogò Schrader e Scorsese in merito alla vicenda -dopo aver scartato l'ipotesi che potesse essere una spia russa- senza però accusarli mai di nulla. Schrader disse di non aver mai sentito il nome  Hinckley, ma dopo confessò di aver mentito, essendosi ricordato di alcune lettere arrivategli in cui questi gli chiedeva informazioni sulla Foster. Scorsese invece rimase molto turbato -negli anni 80 aveva incontrato la cocaina anche- e per un periodo disse che non avrebbe mai più girato film. Per fortuna poi cambiò idea.

*Quando scrisse L'ultima tentazione di Cristo per Scorsese, suo padre lo chiamò per informarsi se il film sarebbe uscito anche a livello locale, non per andare a vedere l'opera del figlio, ma per boicottarlo e bandirlo. "Solo a livello locale però" aggiunse. Quando morì, gli trovò in casa decine di VHS ancora incelofanate. Erano tutti i suoi film. Non ne aveva visto uno ma li conservava.
** Disse che Taxi Driver era troppo violento ma con un fascino che aveva stregato gli altri membri della giuria, tra cui Charlotte Rampling, Mario Cecchi Gori, Costa Gavras e András Kovács. A proposito di violenza, l'anno prima e l'anno dopo, vennero disinnescate due bombe durante il festival di Cannes. Tipico ambiente anni 70.

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