domenica 7 luglio 2013

Il bianco e il nero #45: Classic noir: Il diritto di uccidere (1950)

Il diritto di uccidere
(titolo originale In a Lonely Place)
 nelle sale americane il 17 maggio 1950.

Regista: Nicholas Ray.
Sceneggiatore: Andrew Solt, Edmund H. North, dal romanzo di Dorothy B. Hughes.
Direttore fotografia: Burnett Guffey.
Montaggio: Viola Lawrence.
Compositore: George Antheil.
Produttori: Henry S. Kesler, Robert Lord.
Studio: Columbia Pictures, Santana pictures.
Interpreti: Humphrey Bogart, Gloria Grahame, Jeff Donnell, Frank Lovejoy, Martha Stewart.
Durata: 90 minuti.
Colore: b/n.

----------------------------------


*Trama:
Dixon Steele è uno sceneggiatore di Hollywood con un caratterino irrequieto e senza alcuna ambizione nel diventare ricco e famoso. Da molti anni non sforna più un buon lavoro, non perchè il suo talento stia appassendo ma semplicemente perchè non ne ha voglia. Il suo agente tuttavia gli trova un lavoro perfetto, trasporre fedelmente un romanzone rosa, niente di più semplice. Dix neanche legge il libro ma invita a casa sua la guardarobiera del locale dove va spesso a bere, Mildred. La ragazza ha letto d'un fiato il romanzo e fugati i dubbi che Dix voglia provarci con lei acconsente a passare la serata da lui per riassumergli la trama. Giunta la mezzanotte Dix manda a casa la ragazza, ormai stanco e poco interessato dal soggetto. 
L'indomani viene svegliato alle 5 da un suo ex sottoposto sotto le armi e ora detective. Mildred è stata strangolata quella notte e buttata da una macchina in corsa. Essendo stata vista andare via dal locale in sua compagnia, la polizia sospetta di lui, ben noto per essere un tipo violento. Dix non è sorpreso ne tanto meno shockato, ma sulla sua innocenza garantisce una vicina di casa, la bella Laurel, attrice che gli fornisce un alibi per la nottata.
In questo spiacevole modo i due si conoscono e iniziano una felice relazione amorosa e di lavoro. Dix torna a lavorare come un tempo ma la polizia continua a stargli col fiato sul collo e questo lo manda fuori di testa. Capita così che ogni tanto sfoghi la sua rabbia e torni fuori la bestia violenta che porta dentro. Laurel, innamorata, ha sempre più dubbi e paure. Che sia stato davvero lui a uccidere Mildred? E se fosse lei la prossima?

*Approfondimento:
Il personaggio di Dix viene presentato fin dall'inizio,   fin dal primo alterco in macchina, come un violento, ma quello che è chiaro è che non è il classico burino beone attaccabrighe. Dix è uno che se ne frega di tutto, sono gli altri che gli capitano tra i piedi o lo offendono. Quando fa a pugni con un produttore, Junior, lo fa perchè ha insultato un suo amico, idem con il rozzo marito dell'attrice a inizio film, viene insultato e provocato, non è lui il primo a cercare rissa.
Dix è uno a cui scivola addosso quasi tutto. Quando arriva al club e i ragazzini a caccia di autografi gli dicono "Non sei un uomo importante", non se la prende e ne se la prende quando uomini di Hollywood più di successo e più ricchi di lui, si bullano dei propri traguardi. E' inoltre una persona che ama stare solo, -non è un caso quel Lonely place del titolo originale, che può avere più significati- tanto che rifiuta la bella amica che vuole far due chiacchiere o che lo cercava al telefono la sera prima. 

Sembra ovvio quindi che Dix non è un violento per natura. Diventa violento forse perchè beve? Come in tutti i film dell'epoca, i bicchieri in scena sono pieni di scotch e le sigarette fumano in tutte le mani degli attori, ma non è quello che gli fa scattare la molla, è qualcos'altro, e traspare poco dopo.
Dix è uno dei primi (forse neanche tanto, a memoria mi viene subito in mente Odio implacabile) reduci di guerra protagonisti di un dramma Hollywoodiano. Infatti, sotto traccia, passano costantemente delle frasi, a prima impressione innocue, come "non sforni più un buon lavoro da prima della guerra" o l'amichevole presentazione che il detective ne fa al capo della polizia "non lo sento da molti anni ormai, ma sotto le armi era un comandante leale e gli uomini lo adoravano", che lasciano intendere il suo passato sotto le armi. Inoltre, poco dopo che ha lasciato il commissariato e i poliziotti scovano il suo fascicolo, ogni episodio di violenza, percosse, pugni, occhi neri, mascelle fratturate, recano la data post 1945. Non può essere un caso. Forse Ray non l'ha fatto con piena consapevolezza, non era l'obbiettivo del film, ma si percepisce una vaga critica alla guerra e a quello che può fare a un uomo.
Dix è uno dei tanti che tornati dalla guerra ha trovato un paese diverso e ha dovuto ricominciare da zero, senza forse l'approvazione che si aspettava.

In questo contesto una femme fatale non troverebbe mai posto. Infatti Laurel è l'esatto opposto (ricordate la triade della donna noir: -femme fatale -moglie affettuosa -ragazza in pericolo?) perchè cerca di portare Dix sulla retta via, di farlo lavorare, di non stressarlo o fargli commettere chissà quale impresa ardua o criminosa. Anche se è un'attrice, addirittura non fa nulla per ottenere un lavoro, un favore. Lo vuole solo aiutare.
Si può dire che lei sia una ragazza che ha incontrato solo homme fatale. La sua domestica gli ricorda infatti che arriva da una burrascosa relazione (con un produttore) dove fuggì per salvarsi e ora entra in una ancora peggio, da cui sarà molto più difficile fuggire (Dix ha già picchiato selvaggiamente la sua ex fiamma).
Tuttavia per un po' le cose funzionano, Dix e Laurel si completano. Lui ha bisogno di lei, non brama così tanto la solitudine quindi e necessita di qualcuno nella vita, sia in amore che come segretaria, manager. Lei lo ama perchè è affascinata dal suo genio, e come ben comprende più tardi, è proprio quello che di lui le fa più paura, che la attrae così tanto. Proprio come un uomo irretito dalla sua femme fatale.

Il grande pregio del film non è tanto quello di insinuare il dubbio se sia Dix o no colpevole nello spettatore, ma insinuarlo in Laurel, una donna che sta per sposare quello che forse è un pericoloso criminale, uno che in un attimo di ira potrebbe spezzarle il collo. Nella parte finale, dal pick nick in spiaggia in poi, c'è un'atmosfera opprimente e terrificante. La donna è in trappola, nonostante i tanti avvisi degli amici di Dix, "E' fatto di dinamite e deve esplodere di tanto in tanto".
E' molto simile a Il dubbio di Hitchcock, anche se qui non si basa tutto sula domanda se sia o no colpevole. 

Una delle scene migliori è quando Dix si sostituisce al regista e chiede all'amico detective e alla moglie di ri-inscenare l'omicidio di Mildred. Bogart è illuminato con una luce di taglio, che colpisce solo gli occhi, il suo volto è carico di odio e desiderio. Fa rivivere il possibile strangolamento con una vividezza spaventosa che terrorizza la coppia. Una scena forte per l'epoca e per il tipo di film (è uno dei noir più classici e più di serie A) e fa il paio con altre abbastanza scabrose, come per esempio l'idea di mostrare le foto del cadavere. Oggi siamo abituati ma per i tempi era una mossa ardita. Una delle poche sequenze in cui l'anima trasgressiva i Ray fuoriesce dai canoni della vecchia Hollywood.

-Il doppio finale, quello del romanzo. SPOILER
Il bel finale, la chiamata della polizia che scagiona Dix e la risposta di Laurel, "magari questa telefonata fosse arrivata prima, avrebbe portato sollievo, ora porta solo ulteriore angoscia", è totalmente diverso da quello del libro. Nell'opera di Dorothy Hughes, il personaggio di Dix è molto diverso. Nel film, essendo Bogart, è un bell'uomo e le donne lo cercano e lo vogliono, mentre lui ne farebbe anche a meno. Su carta invece è una sorta di maniaco che punta ogni donna ma che viene rifiutato molto spesso. 
Così che nel libro è colpevole fin dall'inizio e la vicenda si chiude con Dix che strangola a morte Laurel. Un tale finale Ray lo girò pure, facendo sgombrare tutti dal set, persino Lauren Bacall in visita. L'ultima scena sarebbe stata una dissolvenza sul corpo senza vita di Laurel ma Ray cambiò idea subito e non portò le immagini neanche al montaggio. 
Quindi Ray e i suoi sceneggiatori fanno un film completamente diverso, altro che fedeltà. Proprio come Dix che se ne frega altamente di fare una trasposizione fedele e cambia diverse parti, migliorando la storia.

*Extra:
Gloria Grahame ai tempi era la moglie di Nicholas Ray. Fu proprio lui a imporre-suggerire la moglie come attrice protagonista, ed il produttore impose una clausola che specificava che Ray era il regista e Grahame doveva ubbidire a ogni suo comando e non dovevano esserci dissidi o cambi di programma che facessero rallentare la produzione. Nessuno lo sapeva, neanche il produttore, ma i due erano nel bel mezzo di un divorzio. La notte Nicholas non tornava mai a casa ma dormiva sul set fingendo di lavorare fino a tardi per fare dei ritocchi o buttare giù idee nuove.
Grahame sposerà poi il figlio di Ray, avuto da un matrimonio precedente.
Un altra favorita per il ruolo principale era Lauren Bacall (oltre a Ginger Rogers), moglie di Humphrey Bogart. Tuttavia era sotto contratto con un altro studio e non erano intenzionati a cederla alla Columbia. Il film è parzialmente prodotto dal piccolo studio di Bogart, la Santana, dal nome della sua barca, regalatagli da Dick Powell.
L'appartamento di Dix è una perfetta replica in studio del primo appartamento di Ray a Hollywood.
Gloria Grahame, per tutto il film, indossa un vestito più bello dell'altro, fateci caso.
---------------------------------------------------
Nella prossima puntata Stasera ho vinto anche io di Robert Wise quanti lo conoscono?

2 commenti:

  1. Ci sono^^
    Premetto che Grahame non mi è mai piaciuta perché mi infastidisce il labbro superiore raddoppiato col rossetto, mi mette a disagio quasi quanto le boccone siliconate, e questo deve avermi distratto dal suo abbigliamento, cosa che di solito, invece, mi colpisce: non rammento nemmeno un abito. Gravissimo. Lo riguarderò quanto prima.
    E' vero che Dix reagisce in maniera violenta quando viene insultato, ma quel che infastidisce parecchio è che pretende di giustificare l'assenza di self control con questo tipo di scuse, ma soprattutto esige l'approvazione altrui. Insomma, dopo aver atterrato a sganassoni il guidatore dell'auto dopo il tesissimo picnic, l'avrebbe volentieri colpito alla testa con quel sasso bello grande.
    D'altra parte è vero che viene spontaneo, malgrado tutto, considerarlo una vittima, che sia a causa della guerra (come giustamente fai notare) o dell'ambiente che lo circonda, o semplicemente della sua impulsività (andiamo a comprare l'anello, stasera festeggiamo il fidanzamento e poi si va a Las Vegas a sposarci, e 'sticazzi quanta ansia^^).
    E Laurel passa repentinamente da amante premurosa e protettiva a donna pavida, bugiarda e fedifraga. In pratica, resta difficile fare il tifo per qualcuno, ma più o meno è sempre così, nei noir. O almeno mi pare.
    La scena della ricostruzione del delitto di Mildred è effettivamente stupenda, con quel riflettore che illumina la parte centrale del volto di Bogart in modo da esaltarne il rapimento, l'esaltazione mentre crea, di fatto, una sceneggiatura.
    Ignoravo, inoltre, la faccenda del finale alternativo: non mi sarebbe dispiaciuto, anche se, forse, quello lasciato nel film è anche più crudele e punisce tutti in un modo ricco di sfaccettature.
    Gran film.

    RispondiElimina
  2. Il vero finale noir avrebbe previsto molta più cattiveria, quindi morte e arresto. Però è Bogart, come fai, erano anni che non era più il cattivo della situazione.
    Per di più per tutto il film, come dici anche te, scatta l'operazione "rendiamolo simpatico". LA cosa che più ha infastidito me di Dix è il gesto magnanimo che ogni volta compie inviando fiori o regali alle "vittime" (be anche senza virgolette) ma in forma anonima.
    E questa cosa è interessante perchè porta a trarre una conclusione. Quando sa della morte di Mildred, le manda dei fiori (alla famiglia ovvio), quando picchia l'automobilista gli manda 300 dollari. Allora li uno potrebbe dire "ma vuoi vedere che è colpevole? Manda dei regali-scuse dopo che fa qualcosa".
    Però ecco, non è un film che insinua mai il dubbio (addirittura in un primo montaggio c'erano scene che mostravano il fidanzato di Mildred che la seguiva dopo la nottata con Dix, o addirittura Laurel che vedeva Dix dormire sonni profondi) e se avesse giocato un pò di più su questo aspetto sarebbe stato addirittura meglio.

    Eh Bogey, si, ha fatto mille film, mille ruoli, Rick di Casablanca, Spade, Marlowe, ma per me, il suo ruolo migliore e quello in cui sembra più naturale è questo.

    RispondiElimina