domenica 2 giugno 2013

Il bianco e il nero #40: I protagonisti del noir - Il detective

detective s. ingl. (pl. detectives); in it. s.m. e f. inv. (o pl. orig.), pr. adatt. Investigatore, spesso privato || persona munita di apposita licenza che effettua indagini per conto di privati.
Se Il Mistero del Falco (1941) è unanimemente riconosciuto come la prima pellicola del periodo classico noir, l'investigatore privato ne rappresenta un'icona sin dagli esordi. Il prototipo del protagonista noir nasce dalla penna degli scrittori della scuola hard-boiled, fornendo un alternativa ai classici casi di omicidio/gialli che avevano dominato la scena dei detective films dall'epoca del muto sino agli anni 30. Questi nuovi film rappresentano un tentativo di rompere i legami con gli infiniti capitoli di Sherlock Holmes o Philo Vance o L'uomo ombra. Il nuovo mondo creato dal noir è molto più oscuro, cinico, mortale.
I creatori di questo nuovo mondo -e di qeusta nuova visione del mondo- si resero presto conto che dovevano creare anche un nuovo eroe completamente da zero. Non un solo tipo per tutti, ma una vasta gamma di variazioni del tipico personaggio di questo genere di film, in modo da coprire tutto il sottobosco della città e dei suoi crimini.
I primi esempi di investigatore al cinema si possono vedere nel già citato Il Mistero del falcoLo sconosciuto del terzo piano (1940). Molto meno celebrato, questa seconda pellicola di Boris Ingster, vede un reporter ingiustamente accusato di aver ucciso il suo fastidioso vicino di casa. Tramite un sogno, una lunga allucinazione, riuscirà a rintracciare il colpevole, ma a risolvere il caso sarà la sua fidanzata. Nonostante l'happy ending finale (su cui non aggiungo altro) il film è un esempio del nuovo stato d'animo che dilaga in questo nuovo genere e precedentemente sconosciuto, fatto di cinismo, di sfortuna e soprattutto di mal fidenza sia nel sistemo giudiziario che nelle grandi città dopo il tramonto, nei suoi vicoli e corridoi dei grandi palazzi. 
Fu in questa atmosfera - con il detective dilettante arioso ed educato ancora in voga, e con il film noir agli albori ma già pronto a erodere il sistema - che il regista John Huston, alla sua prima regia, adatta il celebre romanzo di Dashiell Hammett, The Maltese Falcon. Il romanzo di Hammett era stato già portato su schermo due volte prima, ma nessuno dei due film aveva colto appieno l'impatto della visione cupa e senza compromessi del romanzo sull'America urbana o gli aspetti anti eroici del suo eroe. Infatti, la seconda versione, Satana Met a Lady (1936), sembrava incapace di decidere se essere una commedia screwball o un giallo.
Huston decise di rimanere fedele al romanzo e creare un tipo di detective nuovo di pacca. Il suo film divenne un archetipo da seguire per tutto il genere, come lo stesso Sam Spade, divenne l'archetipo del detective noir. Si può quasi giustamente dire che qualsiasi detective in seguito, fosse una sorta di imitazione, almeno in parte di questo Sam Spade (interpretato da Bogart).
Il romanzo descrive Sam Spade come somigliante a "un diavolo biondo", e anche se è chiaramente l'eroe, egli si presenta come un essere quasi amorale, spietato e avido come i criminali che sconfigge. Tuttavia, lo Spade del cinema è abbastanza ammorbidito, in confronto a quello su carta, e il gesto finale di eroismo, lascia spazio a una figura più completa, sfaccettata e pietosa. Ma siamo pur sempre al primo tentativo.
Eppure, anche nel film, Spade è un eroe offuscato, nella migliore delle ipotesi. Quando viene a sapere che il suo socio, Miles Archer, è stato assassinato, egli non mostra alcun segno di shock o di tristezza - rifiuta persino di esaminare il corpo e gli indizi per trovare l'assassino. Si scopre, infatti, che Spade ha avuto una relazione con la moglie di Archer, e che non gli è mai veramente piaciuto il collega. L'indifferenza di Spade verso Archer è sottolineata ulteriormente quando, il giorno dopo l'omicidio, ordina alla sua segretaria di rimuovere il nome di Archer dalle porte degli uffici e dalle finestre e di ripulire la sua scrivania.
La mancanza di compassione e di fatto la crudeltà di Spade sono ulteriormente rivelate in due scene più tardi nel film. Quando si mostra insincero nei suoi affetti verso la vedova Archer, Ivy, e quando una volta disarmato Joel Cairo (interpretato da Peter Lorre), si ferma un attimo, lo guarda in volto e carica il pugno più violento di cui è capace, dopo aver inoltre deriso, questo rivale ormai sconfitto.

Il Codice.
Nonostante tutti questi aspetti negativi, Spade ha un suo codice d'onore e un suo insieme di ideali a cui crede. Spade ama il suo lavoro, è bravo in quello che fa, e soprattutto è fedele al suo socio (nonostante i suoi sentimenti personali verso Archer) e alla sua professione. A causa del suo cinismo e la natura violenta e senza compromessi del suo ambiente, ha adottato questo semplice codice come il suo più alto - anzi, il suo unico - ideale. E' la sua prima e unica linea di difesa contro un mondo ostile - una struttura artificiale progettata per fornire un po' di senso e ordine a un'esistenza altrimenti caotica. Se fa del bene, insomma, è involontario, è parte del lavoro, lo pagano anche per quello.
Questo codice di comportamento - che si rifà a quello del post-seconda guerra mondiale di Hemingway, il codice dell'eroe - sarebbe diventato parte della dotazione di serie dei successivi detective hard-boiled. Ma mentre i detective successivi come Philip Marlowe erano in grado di provare compassione e una certa dose di empatia per gli altri esseri umani, è il codice personale di Sam Spade da solo che lo rende un eroe ed è, infine, la fonte della sua redenzione. In effetti, gli aspetti negativi del carattere di Spade rendono il suo estremo sacrificio molto più memorabile - nonostante il suo cinismo e nonostante il suo amore per Brigid, lui è determinato a vedere Brigid pagare il prezzo per aver ucciso il suo socio, perché il suo codice personale glielo impone. (NDR ricorda la fine della femme fatale eh?). Il ruolo di Spade segna anche una prima inversione di rotta nella carriera di Bogart. Nato come cattivo e sempre sconfitto, molto spesso dalle stars sue colleghe nei film, con questo ruolo diventa per la prima volta un buono (ovviamente tra virgolette dopo tutto il discorso fatto sin qui) e il successo del film e della sua interpretazione lo lanciano nell'olimpo dei più grandi dello star system. Chi altri poteva rappresentare la morale ambigua di Spade se non lui? 

L'altro celebre detective è il Philip Marlowe nato dalla penna dello scrittore più famoso del genere hard boiled, pulp, Raymond Chandler. Il primo a calcarne i panni fu Dick Powell in L'ombra del passato (1944) dopo che Wilder gli aveva dato buca per il ruolo principale in La fiamma del peccato. Powell era noto per essere un cantante e ballerino dei musical anni 30, ma adesso era determinato a cambiare registro. Si calò nel personaggio in maniera sorprendente, piacendo persino alla stesso Chandler.
Marlowe è molto diverso da Spade, anche se condivide lo stesso codice di valori, e introduce un elemento che diventerà un classico di tutti i detective: il sarcasmo. Integrando questo elemento nel suo modo di fare, rende il suo personaggio molto più umano e meno severo e paradossalmente traccia una seconda linea di difesa dal mondo senza regole che affronta ogni giorno. 
Marlowe non è solo fedele al suo cliente e alla sua professione, è anche in grado di sacrificare se stesso ed elevarsi dal livello del suo "business incasinato" per il successo di un bene più grande - spesso per un cliente verso il quale sente compassione autentica o anche protettività. Edward Dmytryk, regista di L'ombra del passato, ha riconosciuto la differenza fra Sam Spade, che sacrifica i propri sentimenti per il bene della sua professione, e Philip Marlowe, la cui motivazione è molto più profonda. E' un uomo di etica, morale con un grande senso di responsabilità.
Eppure, nel guardare il film Marlowe, si intuisce che il personaggio del detective è stato ammorbidito un po' troppo. In tutti e tre i film ( nel 1946, toccò a Bogart, che ne Il grande sonno, faceva il grande passo; da Spade a Marlowe. E nello stesso anno Una donna nel lago di Robert Montgomery, tutto in soggettiva, si vede Marlowe solo una volta allo specchio, ed è lo stesso Montgomery), Marlowe "conquista la ragazza", e anche se questo può aggiungere appeal per il grande pubblico (in particolare ne Il grande sonno, dove il casting di Humphrey Bogart e Lauren Bacall elimina qualsiasi altro possibile finale), si sottrae l'efficacia e lo stile tipico dei film noir. (NDR è curioso come molto spesso si è parlato di questi detective come degli omosessuali repressi. Ironizza a riguardo anche Invito a cena con delitto, la commedia dove Peter Falk interpreta Spade).

Delusione e forse anche il martirio sono una parte essenziale dell'eroismo del detective hard-boiled sia nei romanzi come nei film noir. Chandler, spesso immagina Marlowe come un moderno cavaliere errante in una ricerca necessaria, ma in ultima analisi, irraggiungibile. Eppure, nel film L'ombra del passato, Philip Marlowe - a differenza dei cavalieri antichi - raggiunge il Santo Graal: Anne Grayle, il cui amore per Marlowe è lampante nella scena finale. Perché lui guadagna il premio finale e sembra porre fine alla sua caratteristica di alienazione dal contatto umano, il sacrificio di Marlowe è diminuito, la sua "purezza" come un eroe noir viene diluita e la sua redenzione non è affatto garantita. 
George Grella  ha scritto che il detective hard-boiled nei romanzi è in grado di ottenere solo vittorie parziali, e questo sembra valere per i detective Sam Spade e Philip Marlowe, su pellicola. I successivi film di questo periodo, tuttavia, illustrano un maggiore pessimismo e anche un maggiore fatalismo, in cui l'eroe diventa più profondamente implicato in una colpa completa, e dove anche una parziale vittoria sul male e l'ostilità del mondo sembra impossibile. Gli esempi più lampanti sono Le catene della colpa (1947) e La signora di Shangai (1948).
Qui l'eroe scopre un male quasi palpabile in tutto il mondo, incarnato in entrambi i film da una bella donna della quale l'eroe si innamora. Entrambi i film utilizzano la tecnica narrativa di ricostruire il passato attraverso gli occhi del protagonista, che narra le vicende del film, permettendo al pubblico di condividere la sua crescente disillusione e lo shock della scoperta del male della donna che ama e tentativi per districarsi dal gioco pericoloso che lei sta giocando. Non c'è più salvezza per nessuno e nessuno è innocente, ognuno ha sbagliato, anche solo una volta, e quella basta. Persino il detective buono e incorruttibile è destinato a morire e non solo a sacrificare affetti o successo.

Quando si pensa al noir, si tende a immaginare i suoi protagonisti come detective privati, ma se escludiamo le creature di Chandler e Hammett, rimangono pochi altri esempi. Ci furono naturalmente altri segugi, come i giornalisti di Il tempo si è fermato e Chiamate nord 777 o gli assicuratori de I gangsters e Tragedia a Santa Monica, persino le donne riescono a sostituirsi all'uomo per salvarli e diventare quindi loro delle investigatrici, come in Lo sconosciuto del terzo piano e La signora fantasma. Invece investigatori privati puri rimangono il Jeff Bailey di Le catene della colpa e Bradford Galt di Grattacielo tragico.
L'ultimissimo detective invece del periodo classico è datato 1955, il Mike Hammer di Un bacio e una pistola di Robert Aldrich. Anni dopo ci saranno altri, su tutti Elliot Gould-Marlowe in Il lungo addio, ma è tutta un'altra epoca.

Concludo con due citazioni. La prima è da La semplice arte del delitto di Raymond Chandler, una breve ma completa descrizione del detective noir: "Queste strade squallide hanno bisogno di un uomo diverso, che non sia corrotto, nè impaurito. Il detective di questo genere di storie dev'essere così. Egli è l'eroe, egli è tutto. Dev'essere un uomo completo, comune, e tuttavia fuori dal comune. Dev'essere, per usare un'espressione alquanto logora, un uomo d'onore -istintivamente,  inevitabilmente, senza che lui lo pensi, o va da se, lo dica. Dev'essere l'uomo migliore del suo mondo, ma anche uno che non sfigurerebbe in quello altrui".
La seconda è la lingua tagliente di Betty Bacall in Il grande sonno: "Così siete un privato. Non credevo che ne esistessero all'infuori dei libri gialli. E comunque fossero ometti sporchi e unti che vanno in giro a spiare negli alberghi".
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Nella prossima puntata ci avventureremo nei sottogeneri, partendo dal docu-noir.

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