domenica 24 febbraio 2013

Gangster Squad di Ruben Fleisher

Nelle sale dal 21 febbraio.
Ognuno di noi ha un'epoca storica preferita e connessa ad essa quella sensazione di essere fuori posto, essere nati troppo tardi o per alcuni troppo presto. C'è chi vorrebbe tornare ai tempi del medioevo e sgaloppare per lande infinite magari per finire a combattere le crociate, c'è chi vorrebbe rivivere la rivoluzione francese e tagliare qualche testa reale (mi associo, soprattutto in questa domenica elettorale), c'è chi vorrebbe vivere negli anni 20, magari nella New York degli immigrati, per vederla crescere e espandersi. Ognuno ha la sua, ma nessuno può raggiungerla. In soccorso, aspettando il viaggio nel tempo, arrivano il cinema e i videogiochi. Ecco io vado pazzo per gli anni '40-'50, come ben si capiva dalla rubrica Bianco e Nero, più nello specifico in America, non obbligatoriamente a Hollywood ma quasi.
Una nazione non toccata direttamente dalla guerra ma con una grande fetta di popolazione di ritorno dal fronte europeo, un periodo storico sempre più florido che mette nelle mani del paese delle stelle e delle striscie lo scettro di dominatori del mondo. Io adoro tutto di quel decennio/ventennio. Le macchine, inguidabili, enormi, ma dannatamente di classe, le pubblicità, ancora così in voga da essere imitate per il loro gusto retro, il cinema e i suoi grandi divi, l'idea della metropoli e della provincia, con le loro architetture, lo sfarzo e il grezzo. Il vero sogno americano al suo meglio.  
Quindi quando ho visto il trailer di Gangster Squad tempo fa, sono quasi entrato in coma orgasmico. Los Angeles 1949, la città è in mano a Mickey Cohen, un ebreo ex pugile dal volto segnato, violento e avido. Il suo obbiettivo è eliminare qualsiasi tipo di concorrenza. Ad ovest di Chicago bisogna fare i conti con lui. Per combattere il suo smodato potere viene istiuito un gruppo di poliziotti, in incognito e quindi senza nessun contatto con la sede centrale o con i colleghi, con un compito molto semplice: non arrestate Cohen, ma ridurlo sul lastrico, tagliargli le gambe sabotando ogni sua operazione in modo tale da sbatterlo fuori dalla città. Il tutto condito da una femme fatale e un sano umorismo, a volte da risata sguaiata addirittura. Ed ispirato da una storia vera.
La tavola imbandita è di quelle succulente, non solo per i piatti sul menu ma anche per i commensali. Uno Sean Penn nel ruolo che più gli si addice, lo stronzo violento e strafottente, Ryan Gosling, nei panni del poliziotto sciupafemmine -che fa tanto noir-, e direi finalmente, visto che nessuno gli aveva mai affidato il ruolo per cui sembra essere nato, Emma Stone come femme fatale, donna del boss, con i sogni infranti, fragile e con uno spacco che va dall'inguine alla caviglia, Josh Brolin a capo della task force, rude, sbrigativo e incazzato nero. 
E a tutta questa perfezione si va a sommare una scenografia, dei costumi e una cura per i dettagli di livello maniacale. La fotografia è bellissima e si sposa con i colori in scena. Anche la regia, prima di lasciarsi andare, strizza l'occhio allo stile del grande cinema di un tempo tanto da far pensare a un bellissimo omaggio. Per non parlare poi delle tante locandine o delle pubblicità ad hoc. Insomma tutto bene, basta mettere insieme i pezzi no? Si in effetti bastava poco per fare tombola ma ai-noi il risultato non è stato dei migliori.
Cosa è andato storto? Prima di tutto non voglio lamentarmi della trama, come ho letto spesso. Certo, è forse la cosa più prevedibile e vista rivista e stravista che sia mai apparsa sul grande schermo, ma in fin dei conti non ha un peso così enorme nell'economia del film. So, prevedo perfettamente con precisione al secondo come andrà la storia, chi dei poliziotti morirà per primo e come, cosa farà entrare nel team il riluttante Jerry, cosa succederà alla bella Grace, cosa faranno i gangsters alle famiglie dei poliziotti, ma in fondo poco importa se quello che appare su schermo è di una bellezza sconvolgente e così ben architettato.
Purtroppo Fleisher (noto per 30 minutes or lessZombieland) è un discretissimo casinista ma non ha la classe per trattare un materiale del genere. Qualcuno gli avrà dato una mano per ricreare l'atmosfera perfetta ma quando invece è stato più libero, nelle scene d'azione, si è lasciato andare a soluzioni che poco si integrano con il resto del film. L'eccessivo rallenty, -su tutte la scena con l'albero di natale nel mezzo e le pallette che esplodono, bella eh, ma sembra un test per after effect o un programma di effetti speciali più che una scena ben girata-, lo stile fumettistico, tanto che sono andato a vedere se arriva da un agraphic novel o meno, che convince ma fino a un certo punto e l'incapacità di rimanere sobri -ma sarà io che sono abituati ai vecchi gangster movies in cui si lavorava con poco e si sparava alla cazzo di cane solo alla fine- affossano una pellicola dalle premesse straordinarie e una regia buona e con qualche vezzo, tipo la mdp che rimane immobile sul volto di Gosling quando entra nel night, pronto a uccidere Mickey, mentre tutto il resto sballotta intorno.
Insomma si lascia guardare perchè tutti quei complimenti che ho scritto sono lampanti, anche per chi non è infatuato come me di quel periodo storico, ma stringi stringi riesce a buttare via tutto quello di buono che costruisce nella prima parte. Ci si può divertire durante la visione, ma le mie aspettative lo stanno piano piano ribassando. Rimane quindi più gradevole rivedersi l'ottimo trailer, le varianti delle locandine, le varie foto di scena e le graphic arts piuttosto che il film intero, sperando che qualcuno faccia qualcosa di simile a breve ma con un occhio più esperto e fanatico del cinema anni 40.

1 commento:

  1. Concordo piu o meno su tutto, comunque alla fine l'ho trovato un filmetto gradevole, quasi un b movie ad alto budget.

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