martedì 27 novembre 2012

V/H/S di Adam Wingard, David Bruckner, Ti West, Glenn McQuaid, Joe Swanberg, Radio Silence

Proiettato in anteprima al Torino Film Festival 
A quanto pare il 2011 è l'anno del grande ritorno agli horror a episodi, infatti V/H/S (di cui abbiamo già parlato nella puntata speciale di Halloween) va ad aggiungersi ad un gruppetto di film che purtroppo hanno raggiunto solo un ristretto numero di sale, magari di qualche festival, come in questo caso, o che più spesso sono stati distribuiti direttamente sul mercato home-video, parlo di pellicole come Deadtime Stories, Little Deaths e Theatre Bizarre, o dell'imminente ABCs of death, una raccolta di ben 26 cortometraggi diretti da 26 registi diversi (tra cui gli stessi di V/H/S di cui tra l'altro è già previsto un seguito), nell'attesa potete già dare un'occhiata a T is for Toilet, il simpatico cortometraggio di Lee Hardcastle selezionato tramite un contest: http://www.youtube.com/watch?v=UCmMebE0pIg
Ma veniamo a V/H/S, ovviamente si parla di videocassette, e visto che viviamo nell'epoca dell'horror POV (Point of View) e del mockumentary, il film è girato tutto attraverso delle telecamere a mano più o meno moderne.

Partiamo dalla cornice, che costituisce anche un episodio a se:

-Tape 56 di Adam Wingard (You're next, 2011)

I protagonisti sono un gruppetto di bulli che si divertono a filmare le loro prodezze per poi rivendere i nastri al mercato nero. Qualche macchina vandalizzata, finestre rotte, gonne alzate, pestaggi... ma niente che valga un bel gruzzolo, così accettano di irrompere in un'abitazione per rubare un misterioso nastro. In realtà ne trovano cinque (i cinque episodi), e ogni volta che uno di loro guarda un nastro sparisce nel nulla.
Su questo episodio c'è poco da dire, è più che altro un pretesto per raccontarci le cinque storie e per giustificare la trovata della visuale soggettiva, a parte questo è piuttosto noiosetto e ogni volta non si vede l'ora che venga inserito il nastro successivo.

-Amateur Night di David Bruckner (The Signal, 2007)

Tre ragazzi allupati, una camera d'hotel e un paio d'occhiali con una telecamera nascosta. L'obiettivo è far ubriacare qualche donzella indifesa, portarla in camera e filmare tutto il fattaccio, purtroppo i tre malintenzionati rimorchieranno la ragazza sbagliata...
Uno degli episodi più divertenti, si presta particolarmente al formato breve e ricorda moltissimo i classici racconti horror televisivi, dove il viscidone di turno da predatore si trasforma in preda e viene in qualche modo punito per le sue malefatte. Una computer grafica scadente ben mascherata dall'oscurità e dalle inquadrature mosse. Buona anche se un po' forzata la trovata degli occhiali, che permette di mostrare tutto senza dover giustificare la presenza della telecamera.
Da ricordare anche per la protagonista femminile interpretata da Hannah Fierman, una bellezza veramente straniante.

-Second Honeymoon di Ti West (The House of the Devil, Innkeepers)

Non sto neanche più a ripetere quanto adoro Ti West, ci tenevo a vedere questa antologia proprio per lui e invece il suo è stato l'episodio più deludente del mazzo.
Una giovane coppietta alle prese con la seconda luna di miele nell'ovest dell'America, tra Canyon, deserti e antichi villaggi del Far West. Una notte una ragazza bussa alla loro porta chiedendo un passaggio, loro rifiutano e la notte stessa qualcuno entra nella loro stanza e li film nel sonno con la loro stessa videocamera...
Non c'è nulla che non vada in questo episodio, è semplicemente fiacco e poco interessante. Forse il limite della visuale soggettiva non permette a West di muoversi come vorrebbe, ma è più che altro la storia a lasciare interdetti, quel colpo di scena poi...
Di positivo c'è tutta la parte iniziale, con il discorso tra i due sposini ancora turbati dalla visita notturna della ragazza misteriosa, lì la tensione si fa abbastanza palpabile e i due protagonisti riescono a tirare fuori un'interpretazione quasi spontanea.

-Tuesday the 17th di Glenn McQuaid (I sell the dead, 2008)

Il titolo dice tutto, ci troviamo di fronte ad uno strano omaggio a Venerdì 13 e a tutta quella serie di slasher ambientati in campeggi immersi nella boscaglia.
4 ragazzi decidono di campeggiare per qualche giorno vicino ad un lago. Come da copione uno di loro racconta che il posto è stato teatro di una strage, e ovviamente compare un pazzo in maschera per confermare la storia. Ma...
Banale nella storia ma non nella messa in scena, la prima buona idea è il colpo di scena che ovviamente non rivelo, la seconda è il fatto che ancora una volta la presenza della telecamera trova una giustificazione nuova e sensata, la terza è l'assassino, che per qualche inspiegabile ragione non può essere immortalato dalla telecamera e che quindi diventa una presenza fuggevole e ancora più misteriosa. Simpatico e divertente.

-The sick thing that happened to Emily when she was younger di Joe Swanberg (che interpretava il marito in Second Honeymoon)

Un modo originale di sfruttare il POV, la discussione via Skype tra due innamorati, idea che tra l'altro è stata sfruttata anche in Paranaormal Activity 4, nelle sale proprio in questi giorni.
James ed Emily sono fidanzati, e visto che lui è sempre in viaggio per lavoro comunicano attraverso Skype. La ragazza un giorno si sveglia con una strana escrescenza sul braccio che si gratta fino a provocare un'ulcera, la notte stessa sente degli strani rumori nell'appartamento e contatta James per mostrargli delle misteriose presenze...
Ecco a parte la buona idea di usare la webcam del computer come telecamera non c'è molto altro, sembra proprio di trovarsi di fronte a un Paranormal Activity breve, con un'atmosfera quasi disturbante e un paio di inevitabili salti sulla sedia. Peccato per il tono sconclusionato e involontariamente grottesco dei dialoghi, sorretti da interpretazioni ingessatissime. Ci sono un paio di topless che spiazzano.

-10/31/98 dei Radio Silence ovvero Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillet, Justin Martinez e Chad Villella, che interpretano anche i protagonisti.

E' la notte di Halloween e tre ragazzi in maschera raggiungono la casa di alcuni amici per partecipare ad una festa. La casa però è deserta e molto più grande del previsto, i quattro decidono di esplorarla finché non raggiungono il solaio dove si sta svolgendo uno strano rituale...
Si conclude con l'episodio più spassoso e adrenalinico, quello del mucchio che riesce a valorizzare di più il formato breve, praticamente un Paranormal Activity senza tempi morti, parte tranquillo e poi si trasforma in un rapidissimo tunnel dell'orrore pieno di mani che sbucano dalle pareti, lampadine che scoppiano e porte che sbattono, veloce, confusionario e divertentissimo.

Insomma V/H/S come molti altri film a episodi è fatto di alti e bassi, e in generale non raggiunge mai vette qualitative entusiasmanti. Però svolge dignitosamente il suo lavoro, mette insieme sei storielle semplici semplici e ce le racconta brevemente, senza darci il tempo di farci troppe domande, come è giusto che succeda in un film antologico. E poi, cosa più importante, recepisce un fenomeno sfruttatissimo come il POV e riesce a riciclarlo in modo relativamente nuovo e intelligente, in pillole, tentando di dare varietà all'uso della telecamera a mano e giustificando in modo originale la sua presenza. Delle storie un tantino più ispirate e una maggiore omogeneità nei ritmi e nella qualità dei singoli episodi lo avrebbero reso un esperimento molto più interessante. Non resta che sperare nel prossimo capitolo...

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