venerdì 14 settembre 2012

Ribelle - The Brave di Brenda Chapman e Mark Andrews


Nelle sale dal 5 settembre.

Scozia medievale, Re Fergus e Regina Elinor decidono di consolidare l'alleanza con i lord locali (MacGuffin, MacIntosh, Dingwall) mettendo in palio, come da tradizione, la mano della figlia Merida in un torneo di tiro con l'arco al quale parteciperanno i rampolli delle tre famiglie. Tuttavia Merida, da sempre restia a sottostare alle regole da brava principessina dettate dalla madre, decide di ribellarsi e, sfruttando la sua abilità con l'arma in questione, rivendica la propria indipendenza e fugge via di casa. Condotta dai fuochi fatui presso la casa di una strega, chiede alla megera un incantesimo che gli permetta di cambiare il proprio destino ma bisogna stare attenti a ciò che si desidera...
Ribelle – The Brave è lo sperato ritorno di Pixar al cinema di qualità dopo il tonfo qualitativo del poco ispirato (se non da motivi di matrice strettamente economica) Cars 2: se, dopo ben undici film che avevano ottenuto consensi pressoché unanimi, il successo di pubblico e critica dell'ennesima opera sembrava scontato, il secondo episodio della saga automobilistica aveva fatto storcere il naso ai più, spingendo alcuni a pensare che la magia si fosse spezzata e che fosse l'inizio di un calo qualitativo inesorabile. L'annuncio di voler realizzare altri seguiti dei brand più famosi non aveva aiutato in tal senso. Ecco, magari ho esagerato e la situazione non era esattamente così drastica, ma alzi la mano chi dopo il tonfo non ha nutrito perplessità sul futuro degli studios.
A onor del vero, sebbene Brave abbia incassato molto bene al botteghino, la critica statunitense non gli ha tributato il solito plebiscito di elogi e i detrattori hanno fatto leva sulla presunta derivazione di temi e background dalla produzione Disneyiana, tacciando la pellicola di poca originalità.
Senza dubbio, la lavorazione è stata travagliata, con l'allontanamento per divergenze creative di Brenda Chapman a lavori già avviati: nessuna misoginia, come qualcuno ha accusato, succede spesso nel cinema d'animazione, tuttavia per la Chapman si trattava di una storia di particolare importanza, intima, scritta pensando al rapporto conflittuale con sua madre. L'avvicendamento con un uomo dalla diversa sensibilità poteva causare un tragico deragliamento, invece, fortunatamente, Brave è un film, a parere di chi scrive, riuscitissimo, segno probabilmente della forza della sceneggiatura della Chapman.
Diciamolo subito: è un film Pixar minore.
Personalmente ritengo che nella produzione dello studio spicchino quattro opere su tutte: Gli Incredibili, Wall-E, Ratatouille e Up. Ribelle non ha la verve creativa, il gusto citazionistico e la storia di ampio respiro che caratterizzano questi “Fantastici 4” e che li elevano su tutti gli altri.
Tuttavia, da qui a definirlo “narrazione standardizzata stile Disney travestita da film Pixar” come qualcuno l'ha definito, ce ne passa di acqua sotto i ponti.
Il retaggio di una serie di pellicole così qualitativamente elevate è che molti danno per scontati elementi, stilemi e raffinatezze che scontate non sono affatto, e per accorgersene basta guardare un film d'animazione in computer graphic di altri studios. A mandare in frantumi la tesi che sia un film disneyano basta tenere in considerazione la rottura di alcune regole della fiaba cinematografica: Merida non è ne il primo ne l'ultimo (si spera) modello femminile dal carattere forte, ma l'emancipazione del personaggio passa per l'affermazione rigida e inflessibile delle proprie volontà e non, come succederebbe nel Disney medio, per il compromesso della realizzazione di un amore impossibile: si veda Aladdin, Rapunzel, La principessa il ranocchio e molti altri. Per non parlare poi del cattivo del film, la strega, che de facto cattivo non è, bensì si tratta di una sorta di maestra riluttante dai metodi un filino drastici. In ogni caso, bisogna tener conto del fatto che la ribellione porta allo scontro tra madre e figlia, e non è cosa da poco perché di solito la figura materna, o più in generale la donna, è quasi sempre messa in ombra nell'opera Disney se non quando declinata con toni negativi, si pensi alle innumerevoli matrigne.
Altro elemento che si da per scontato quando si parla di Pixar è la certosina cura per il dettaglio e la realizzazione tecnica all'avanguardia: basta mettere sull'altro piatto della bilancia un Kung fu Panda a caso per rendersi conto che la caratterizzazione dello scenario, la Cina, passa per qualche ideogramma qui o lì, un paio di fuochi d'artificio e pagode assortite. In Brave, a voler essere aulici, si sente quasi l'odore dei pini dopo la pioggia e ti sembra di toccare il tessuto del Kilt mentre le cornamuse suonano a festa, i rossi capelli di Merida si potrebbero quasi toccare, prenderne uno singolarmente o soppesare una ciocca tra le dita.
Meritano una menzione a parte i personaggi, per la caratterizzazione sia fisica che psicologica e per la recitazione, sempre puntuale e spesso efficace nel comunicare emozioni senza l'ausilio delle parole: in primis la Regina Elinor, madre fantastica nella sua inflessibile severità, condivide con Merida il ruolo di protagonista e forse gode di una maturazione altrettanto evidente. Unico elemento che stona sono i tre fratellini di Merida, una declinazione poco felice della comicità slapstick, più calzante a un film Dreamworks che Pixar.
In definitiva, Ribelle – The Brave è una storia intimista, personale e forse proprio per questo non nelle corde di molti, ma non bisogna farsi fuorviare dall'utilizzo di musiche o dal setting principesco/medievale, si tratta piuttosto di un ottimo film Pixar con tutti i crismi del caso. Se non avete troppa fiducia nei prossimi sequel annunciati dallo studio, fossi in voi mi terrei ben stretto questo progetto inedito anche visto e considerato che, a causa della tribolata lavorazione, sarebbe potuto essere un flop clamoroso.

3 commenti:

  1. Oh, questa di recensione me la ero persa! Direi che concordo sostanzialmente su tutto. Ho particolarmente apprezzato la resa del rapporto tra madre e figlia, basato su delle incomprensioni che non riguardano un personaggio verso l'altro, come spesso accade, ma sono reciproche, portando entrambi i personaggi alla maturazione ed alla comprensione. L'aspetto che ho preferito è stata proprio la cura dei dettagli dell'ambientazione proposta, dopo quella molto superficiale e quasi "posticcia" di Cars 2, uno dei marchi di fabbrica dei bei Pixar di cui ci ricordiamo. La Scozia riesci a "toccarla" ed a percepirla, è viva.
    Insomma, io lo promuovo.

    Per il futuro, da buon Pixarfag rimango fiducioso! È vero che Monsters University è un seguito, ma lo era anche Toy Story 3 (o pure il 2) :D. Inoltre il background che presenta il primo Monsters and Co. (per me poi come film rientra totalmente tra i migliori Pixar) a mio parere può prestarsi ad elaborazioni originali.
    E poi, c'è sempre El Dia de los Muertos... :D

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  2. E non solo, anche The Good Dinosaur e il film di Unkrich nella testa di una ragazzina. Anche io penso che il background di Monsters & co. sia "approfondibile" (che bel neologismo...), solo che trovo che il setting universitario possa dar vita a situazioni che potrebbero risultare un po' abusate.
    Alla Ricerca di Nemo 2 invece mi mette i brividi.

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  3. Ah vero, mi erano passati di testa gli altri progetti (sperando comunque li portino a termine, Newt grida ancora vendetta)... Pure io temo un po' nel vedere l'ambiente universitario, che potrebbe portare a fin troppe cose già viste, ma rimango comunque speranzoso...
    Nemo 2? Lo fanno? Questo ce lo vedo decisamente meno...

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