lunedì 10 settembre 2012

Il bianco e il nero #13: La rappresentazione progressista della donna nei film noir.

Il seguente pezzo è una traduzione del saggio Film Noir's Progressive Portrayal of Women presente, insieme a molti altri, sul sito http://www.filmnoirstudies.com/. Essendo molto interessante ed essendo io un grande appassionato del genere noir, ho deciso di condividerlo qui, in modo da permettere anche a quelle persone che se la cavano magari non benissimo con l'inglese di goderne appieno. Spero sia di vostro gradimento.


La femme fatale per eccellenza del cinema noir usa la sua attrattiva sessuale e la spietata astuzia per manipolare gli uomini al fine di ottenere il potere, l'indipendenza, il denaro, o tutti e tre in una volta. Rifiuta i ruoli convenzionali di moglie devota a madre amorevole che la società tradizionale prescrive per le donne, e alla fine la sua trasgressione delle norme sociali conduce alla  propria distruzione e alla distruzione degli uomini che sono attratti da lei.
Il ritratto della femme fatale nei film noir sembrerebbe dunque sostenere l'ordine sociale esistente - e in particolare i suoi ruoli dovuti al sesso, rigidamente definiti - costruendo una donna potente, indipendente, solo per infine punirla.

Ma uno sguardo più attento ai film noir suggerisce un'interpretazione opposta. Anche quando dipingono le donne come pericolose e meritevoli della loro distruzione, mostrano comunque quanto sono confinate dai ruoli tradizionalmente a loro disposizione -quindi la loro lotta distruttiva per l'indipendenza è una risposta alle restrizioni che gli uomini impongono su di loro. Inoltre, questi film vedono il mondo intero - non solo le donne indipendenti - come pericoloso, corrotto, e irrazionale Non contengono alcuna prescrizione di come le donne debbano comportarsi e i pochi esempi di matrimoni felici, e le loro immagini di donne convenzionali sono spesso blandi, fino al punto di  assomigliare a una  parodia. E' l'immagine di questa forte, intrepida e indipendente femme fatale che rimane impressa nella nostra mente alla fine del film, forse perché - a differenza delle altre donne forti di altri film di Hollywood degli anni '30 e '40 - rimane fedele alla sua natura distruttiva e rifiuta di essere convertita o catturata, anche se questo significa che deve morire.
Le catene della colpa fornisce un classico esempio di film noir, in particolare nella sua rappresentazione delle donne. Kathie, la femme fatale definitiva, spinge l'azione verso il disastro, in primo luogo cercando di fuggire dalla sua relazione con Whit, poi manipolando i due uomini che cercheranno di amarla o di controllarla; Ann, d'altra parte, agisce come la donna idilliaca ma è una figura prettamente classica, che rimane con il suo uomo anche quando le dice che è invischiato con l'omicidio di un'altra donna.

Anche se Kathie rappresenta le peggiori caratteristiche della femme fatale - avidità, disonestà, slealtà, e una tendenza a commettere un delitto - è allo stesso tempo intrappolata in un costringente, paralizzante rapporto con un uomo che cerca di controllarla. In effetti, l'azione vera e propria del film ha inizio quando Whit assume Jeff per recuperare Kathie dopo che è scappata da lui. Basta vedere  il modo in cui Whit dà gli ordini a Joe per immaginare come sia abituato a trattare Kathie. Whit arriva addirittura a paragonarla a un cavallo purosangue che ha comprato e ha tenuto in un pascolo come un fosse un trofeo.

Sylvia Harvey fa notare come le donne nei film noir spesso siano "rappresentate come premi, oggetti desiderabili1" per gli uomini protagonisti. La situazione di Kathie , essere uno degli oggetti che Whit possiede, suggerisce la forte messa in discussione, da parte del film, dei tradizionali rapporti uomo-donna e del relativo rapporto di potere al loro interno. E Kathie non è l'unico esempio tra le donne del noir: Phyllis, in La fiamma del peccato, è sposata con un uomo che neanche la ama; Cora ne Il postino suona sempre due volte non ha voce nelle decisioni del marito di vendere il ristorante e trasferirsi in Canada -una decisione che la porterà a ucciderlo; Elsa in La signora di Shanghai sposa il marito perchè ricattata; e la lista potrebbe continuare.

L'insinuazione in Le catene della colpa e negli altri film noir è che la femme fatale è intrappolata nel rapporto uomo-donna e trova nell'omicidio, nel delitto, l'unica via di fuga. Come suggerisce Harvey, il tema ricorrente contesta la famiglia tradizionale e il ruolo delle donne al suo interno:

Il tipo di tensione, caratteristica del ritratto della famiglia in questi film, suggerisce un'iniziale 
attacco ai valori sociali dominanti normalmente espressi nella rappresentazione della famiglia2.

Così, nonostante l'inevitabile punizione di Kathie Moffet e di altre "donne ragno," non si può dire che questi film avallino il matrimonio come una "buona" sistemazione per la donna.

La forza dei film noir nel mettere in dubbio il tradizionale rapporto uomo-donna, si manifesta in una peculiare immagine che ricorre in molti film: quella di uomini vecchi o incapaci. Harvey attribuisce l'uso di questa immagine alla rappresentazione della vacuità del matrimonio e della famiglia per le donne dei film noir:

C'è chiaramente un impulso nei noir alla trasgressione dei confini di questo cerchio di relazioni familiari; con la presenza di mariti con le stampelle o sedie a rotelle 
(La fiamma del peccato, La signora di Shanghai) si suggerisce che l'impotenza è in qualche modo 
una normale componente dello stato matrimoniale3.

Ma questa immagine potrebbe contenere un significato ben più profondo, perchè non contiene solo stampelle e sedie a rotelle ma delle paralisi. Per le donne in questi film il controllo esercitato dagli uomini è strettamente correlato con la paralisi, la quale detiene un orrore speciale per loro. Oltre a La signora di Shanghai, l'immagine di paralisi appare anche in Il grande sonno (Generale Sternwood) e, più significativamente, in Il postino suona sempre due volte. Cora e Frank attuano il loro secondo (e riuscito) tentativo di uccidere Nick, il marito, solo quando questi annuncia che sta vendendo il locale e vuole trasferirsi con la moglie in Canada, dove obbliga Cora a prendersi cura della sorella paralizzata. La rabbia di Cora nel non essere stata consultata nella decisione si dipinge di disgusto quando scopre della sorella paralizzata, implicando un diretto collegamento tra la mancanza di potere di Cora all'interno del matrimonio e la paralisi appunto.

Un'altro elemento suggerisce che i noir contengono una visione più progressista della donna in confronto a altri film di Hollywood dei tempi, ed è la notevole mancanza di un bilanciamento con immagini di donne tradizionali e famiglie. Le catene della colpa non mostra mai scene di matrimonio, a parte una breve con i parenti di Ann. In Il mistero del falco, La fiamma del peccato, e nella maggior parte dei noir, persino i cosidetti "buoni" non sono sposati, vivono pessimi matrimoni o mostrano disprezzo per questi: Spade dice che Archer "ha una moglie che non lo ama" ed è proprio Spade stesso ad avere una tresca con essa.

Allo stesso modo, dicendo che questi film ritraggono le donne potenti come aberrazioni che devono essere distrutte o che la distruzione di queste ristabilisce un ordine sociale preferibile sarebbe come estrapolare i ruoli femminili da un contesto generale che, secondo Janey Place, vede il mondo in qualche modo svalvolato: "La visione del mondo predominante espressa nei noir è paranoica, claustrofobica, senza speranza, condannata, predeterminata dal passato, senza chiara identità morale o personale.4" All'interno di questi film, la femme fatale è un prodotto "normale" del suo ambiente, ed è la società - compresa la repressione delle donne in ruoli, dovuti al sesso, rigidi - ad essere storta.

La visione sovversiva della vita familiare tradizionale e delle donne "normali" è rafforzata dalla rappresentazione della "brava ragazza" in molti di questi film. Il contrasto tra la buona ed innocente Ann e la pericolosa, seducente Kathie tende a mettere in evidenza le eccitanti qualità di Kathie ed attira il pubblico verso di lei. Ann funge da contrasto a Kathie e non da modello di comportamento femminile. In Le catene della colpa, come in altri noir, è la brava ragazza a essere fuori posto, mentre la femme fatale, appartiene a questo mondo.

Se è vero che il pubblico dei noir è meno interessato al cosa piuttosto che al come -c'è molto più interesse verso i personaggi che verso la trama- allora la risoluzione della trama con la distruzione della femme fatale è molto meno significante rispetto all'indipendenza e alla potenza della femme fatale. Place sostiene che il pubblico conserva un'immagine della donna non tradizionale, come potente e indipendente e non come neutralizzata o punita:

Non è la loro inevitabile fine che ci ricordiamo, ma piuttosto la loro forte, pericolosa, e, soprattutto, eccitante sessualità. ... L'ultima "lezione" del mito, spesso passa in secondo piano e noi conserviamo l'immagine di una donna erotica, forte e mai doma (se distruttiva).
Lo stile di questi film così travolge il loro contenuto narrativo convenzionale, o interagisce con esso per produrre un'immagine molto potente di donna5

Harvey concorda con questo punto di vista:


Nonostante la rtituale punizione di atti di trasgressione, la vitalità di cui sono dotati questi atti produce un eccesso di senso che non può infine essere contenuta. Le risoluzioni narrative non riescono a recuperare il loro significato sovversivo6.


Non sorprende, quindi, che Kathie - viva, indipendente e ribelle - eserciti una presa molto più potente sulla nostra immaginazione e la nostra memoria rispetto ad Ann o alla distruzione definitiva di Kathie. Anche quando ci rendiamo conto che Kathie viene uccisa alla fine del film, siamo molto più toccati dal modo in cui viene uccisa (e non dal fatto che sia morta NDR). Kathie controlla persino la propria morte. Sceglie di morire piuttosto che essere catturata, La sua morte è essenzialmente un omicidio/suicidio, perchè spara a Jeff mentre questi sta guidando e mentre è coinvolta in un fuoco incrociato con la polizia. A differenza delle donne antagoniste dei film non-noir, Kathie rimane fedela alla sua natura, rifiutando di essere convertita o di accettare la cattura, persino quando l'alternativa è la morte.


Note.
1 Harvey, Sylvia. Woman's place: the absent family of film noir. p. 27.
2 Ibid. p. 23.
3 Ibid. p. 29.
4 Place, Janey. Women in film noir. p. 41.
5 Ibid. p. 36.
6 Harvey, p. 33


Nella prossima puntata, gli ultimi giorni di un giovane divo, James Dean.

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